“Abbiamo un pubblico da serie A, il nostro stadio merita altri palcoscenici. I politici facciano qualcosa”… e altre banalità a Cesena

“Abbiamo un pubblico da serie A, il nostro stadio merita altri palcoscenici. I politici facciano qualcosa”… e altre banalità a Cesena

ASTENERSI PERDITEMPO

Bollettino dei naviganti.
Mare molto mosso, vento in forte aumento dai quadranti ovest e sud-ovest, rischio di mareggiate.

Cerchiamo di aggrapparci alle banalità romagnole.

1) Il nostro stadio merita altri palcoscenici.
Come se un immobile, nomen omen, potesse scendere in campo e vincere le partite. Eh no, mi spiace, con lo stadio non si va da nessuna parte, e basta con la prosopopea che gli avversari tremano ad entrare nel nostro stadio. È il contrario, sono i nostri che se la fanno sotto. Siamo noi ad aver sbagliato la partita decisiva in casa con una squadra che lo stadio neppure ce l’ha. Manca il coraggio, però abbiamo lo stadio, almeno un tempo, qualche giovane pulzella con le chiavi del lucchetto, utilizzava lo stadio per intrattenere nelle belle sere d’estate. Adesso neppure questo.

2) Abbiamo un pubblico da serie A.
Anche qui, mi cadono le braccia. Innanzi tutto l’affermazione è tutta da dimostrare, a me pare che per la maggior parte sia un pubblico di pecoroni che crede a chiunque si presenti con un bel sorriso, anzi, non serve neppure il bel sorriso, ma comunque facciamoci coraggio e diciamo che siamo un bel pubblico. Anche il pubblico non scende in campo e non fa goal… anzi, il pubblico crea pressione, crea una cappa di negatività, i giocatori non sono tranquilli (citazioni di dirigenti e allenatori). Se il pubblico dovesse fare la differenza allora a Bolzano, dove vanno allo stadio per vedere un Dio vivente (Bisoli) e non la squadra di calcio, in quale categoria dovrebbero giocare? Nelle parrocchie? Il pubblico è una cornice gradevole, nulla di più e chi pensa che il Manuzzi sia la Bombonera non è mai stato alla Bombonera oppure pensa che Cesena sia il centro del mondo. No, non lo è.

3) I proprietari del Cesena sono dei tifosi.
Chiunque essi siano non è mai vero, MAI. I proprietari del Cesena sono personaggi che vogliono guadagnare, in ogni modo, il più possibile. Il tifo, la passione, e ogni altro nobile sentimento non c’entrano nulla con il Cesena e con il calcio. Salvo Piraccini, ma è un caso particolare, gli altri cercano tutti un guadagno o una utilità. Quindi basta con il proprietario mecenate. Contano solo i soldi e quando vi offrono la birra e si fanno la foto con voi in curva, controllate il portafoglio.

4) I proprietari del Cesena sono i tifosi.
Ahahahahahahhahah! I dirigenti passano, i calciatori passano, i tifosi restano. Sì, certo. Come no? E io sono Napoleone in esilio all’Elba e ritornerò sulla breccia. Fate l’abbonamento e non rompete; si vede anche ora in quale considerazione sono tenuti i tifosi del Cesena. ZERO ASSOLUTO.

5) I politici facciano qualcosa.
Cosa? I politici lanciano gli allarmi, ascoltano preoccupati, si dimostrano interessati, ma alla fine non gliene può fregar di meno. Se va bene, dico se va bene, tifano Juve, se va male fanno triathlon o un altro sport da fighetto, il calcio è troppo terra terra per i sinistri radical chic.

6) L’attaccamento alla maglia.
Davvero? Davvero ancora c’è qualche babbeo che crede che ci sia spazio per questi nobili sentimenti? Dai non è possibile, per favore, astenetevi. Soldi, allenamento, social, aperitivo, figa, letto, allenamento, soldi, allenamento, social, aperitivo, figa, letto, e così fino alle vacanze. STOP. Altro non puoi pretendere da questi ragazzi. Non so se li guardate nelle comparsate in TV, la fatica che si deve fare per far dire loro qualche banalità è veramente grande. Sono dei cottimisti, li prendi per una stagione, finita la stagione cambiano cantiere.

7) il MAGNAROMAGNOLO.
Colui che crede che la Romagna e in particolare Cesena sia il centro dell’universo. Qui il cielo è più blu, l’erba più verde, l’aria più salubre, l’acqua più limpida di qualsiasi altro luogo sul globo terracqueo. Un mondo piccolo, alla Guareschi, chiuso, ermetico, noi siamo i migliori, nel resto del mondo stanno peggio di noi. Una filosofia rassicurante, dove si trova una giustificazione a tutto, e tutto deve restare fermo, immutabile perché già perfetto così. Di solito il magnaromagnolo non tollera la modernità e il modernismo, si rifiuta di considerare il mondo esterno, pensa di avere lo stadio più bello del mondo, nella città più bella del mondo, con i tifosi più belli del mondo. Il resto non vale la pena nemmeno parlarne.

8) Fino a che c’è lo stadio e la squadra io vado, non me ne frega niente del resto.
Certo, ci mancherebbe, come quel marito che torna a casa e trova la moglie la moglie a letto con uno diverso tutte le sere, però la moglie la trova sempre eh! È giù contento così.