Cesena città ricca di talenti, lo dice la storia, lo dice il buon senso.
Noi da umili servi nella vigna del Signore abbiamo arsura di conoscenza, per cui benediciamo le feconde giornate come quelle occorse in quest’ultima settimana che ha preceduto la festività del Natale.
Giornate in cui abbiamo potuto ammirare quanto di meglio il panorama culturale cesenate possa offrire. Perché non si vive di solo soccer. E di conseguenza non ci si può limitar ad intendersene di sola tattica, occorre eccellere anche nella severa disciplina della agiografia.
Il pazientissimo co-presidente John Aiello, attorniato da una moltitudine di tifosi bianconeri durante l’inaugurazione del Cesena FC Store in Piazza Amendola, si è dimostrato disposto a rispondere a chiunque volesse veder esaudita una propria curiosità. Nei molteplici testi che riportano il contenuto di tali enunciazioni (ne trovate uno in forma breve a questo link) si possono ravvisare tratti di forma narrativa con il carattere di un viaggio di formazione con sfumature tipiche del romanticismo tedesco; un po’ “Cuore di tenebra” un po’ il “Werther” di Goethe.
Il racconto ci delizia con una versione attualizzata del gran tour, rito di passaggio del giovane John Ajello. Si toccano temi davvero interessanti, che meriterebbero di essere approfonditi, e noi modestamente ci permettiamo di suggerire un vero e proprio romanzo.
Tra i tanti spunti che cogliamo, sapientemente tratteggiati nell’affresco sopra descritto, ve n’è uno che ci ha colpito.
No, non si tratta della elegantissima cornice di Villa Monty Banks, già in passato a lungo decantata dai migliori poeti di Cesena.
No, non si tratta neppure della rosa carminio selezionata dalla nuova proprietà e alla quale è stato dato il nome di Rosa Toscano.
La confessione di Aiello che ha destato il nostro interesse è la sua consapevolezza di essere quasi sempre a New York, troppo lontano da Cesena. “Robert qui è da solo e lavora sempre, anche troppo”.
Riflettiamo insieme sul quel “…lavora sempre, anche troppo”.
Il lavoro non deve invadere lo spazio vitale dell’individuo. Il lavoro non deve soffocare la vita privata. Il lavoro non deve essere causa di rinuncia alla famiglia. Esortiamo ad impiegare il tempo a disposizione durante queste festività per ritrovare la speranza, la luce che illumina, l’atmosfera della rinascita, l’entusiasmo di ciò che ancora è in grado di promettere il futuro. E ringraziamo ancora una volta i presidenti del Cesena FC e chi ne narra le gesta.
Cogliamo l’occasione per augurare a tutti i nostri stimati lettori un distinto Natale e uno spettabile anno nuovo.
Siate empatici, buoni, calorosi e sereni.
Il Natale ci dona una Romagna ancora più empatica, buona, calorosa e serena
